Archive for March, 2007

Pensieri sulla danza

Posted in Danza on March 17, 2007 by giobi21

Leggerezza, eleganza, espressione
E poi niente intorno a te
Solo tu e la musica
Elementi essenziali
di un ristretto ciclo vitale.
Non esistono schemi precisi
Non c’e’ razionalita’
C’e’ solo il tuo cuore
ed i tuoi sentimenti.
La leggerezza di un gabbiano
Libero in volo
sulle coste scozzesi
Non temente di nessuna minaccia
O rapace piu’ grande.
Elegante come salti di un delfino
In mare aperto;
Le linee eterne, infinite,
che continuano nello spazio
Solo attraverso l’immaginazione:
Strumento essenziale.
L’espressione dei sentimenti piu’ nascosti
Quelli segreti.
Un succedersi di emozioni
Che riescono a completarsi l’un l’altra
Anche se apparentemente senza senso.
Non c’e’ sforzo fisico
Il corpo va da solo
E la mente ha come staccato la spina
E’ il cuore che comanda
La danza fa da capro espiatorio
E in momenti di nebbia
E’ come una promessa che consola
Come la gioia di un sorriso amico
O come la fine di una galleria interminabile.
E’ tutto un controsenso
Si esprime con amore l’odio
Con gioia il dolore
con tranquillita’ la rabbia.
La passione della danza
Completa la persona
Fornendogli quella terza via
Di cui tutti parlano
Ma che nessuno trova:
La via del proprio cuore.

http://sbarishinikov.giovani.it/diari/1041521/_on_air_im_a_bitch_im_a_lover_-_alanis_morissette_.html

Anthony Hamilton

Posted in Musica on March 11, 2007 by giobi21

Anthony Hamilton (born January 28, 1971, Charlotte, North Carolina) is an R&B & soul music singer and songwriter who rose to fame with his 2003 second album Comin’ From Where I’m From, which featured the singles “Comin’ from Where I’m From,” “Charlene,” and “I’m a Mess.”

Fuga dalla libertà

Posted in Filosofia, Letteratura on March 6, 2007 by giobi21

Domenica pomeriggio dedicata alla lettura intensa di un saggio, completato affannosamente per la voglia di catturare ogni sottigliezza dello scrivere di Fromm nel “Fuga dalla libertà”.

Bè direi tanti gli spunti riflessivi, che tengo molto a segnare.

– Fuga dalla libertà, innanzitutto, cosa significa? L’uomo tende a ricercare la libertà, nel tempo e nella storia, si sono seguite varie vicende in cui ogni diritto acquisito era un passo in più verso la libertà. Ma questa libertà acquisita, come accade nella vita dell’uomo da quando è nato ad adulto, porta inevitabilmente al trovarsi davanti a se stessi in uno stato ansioso dal quale si vuole fuggire perchè ci si sente soli. In questo modo si finisce con il ricercare un modo per sottomettersi di nuovo a legami non solo amorosi, che portano a eliminare la libertà personale, a creare vincoli dai quali nuovamente si vorrà fuggire. Dunque la ricerca della libertà è intesa come un circolo vizioso dal quale stranamente l’uomo moderno incappa. Nel libro il tema è presente visto sotto vari punti di vista, a partire da quello storico, a quello sociale, psicologico, umano con esempi di vita molto concreti.

“La perdita dell’io, la sua sostituzione con uno pseudoio, lascia l’individuo in un profondo stato di insicurezza.E’ ossesionato dal dubbio, poichè, essendo in sostanza un riflesso di ciò che altri si attendono da lui, in una certa misura ha perduto la sua identità. Per vincere il panico derivante da questa perdita di identità, è costretto a conformarsi, e cercare la propria identità nella continua approvazione e nel continuo riconoscimento da parte degli altri. Dato che lui  non sa chi è, per lo meno gli altri lo sapranno, se agisce secondo le loro pretese; se lo sanno lo saprà anche lui, solo che creda loro sulla parola.”

-E’ proprio la storia il perno principale attraverso il quale emerge un’analisi e una critica a vari aspetti preponderanti della nostra civiltà, come le religioni, vedi il protestantesimo e il calvinismo, e le ideologie come quelle del nazionalsocialismo e del fascismo. Lette sotto chiave sociologica e psicologica si traggono le cause direi nascoste che hanno spinto questi movimenti, come tanti altri, collegando e dando un susseguirsi alle vicende.

-Dal nazionalsocialismo in particolar modo si descrive quell’aspetto patologico dell’uomo, il sado-masochismo, che è connaturato in ognuno, ma che in diverse vie si realizza. Innanzitutto il sadico, a causa della necessità della continua approvazione, per esistere ha bisogno del masochista, e non può vivere senza. Tutta la descrizione dell’estremo stato dell’uomo viene esaminato sia al livello dell’uomo che può avere esempi nella vita quotidiana, quasi di un uomo normale apparentemente,- e qui si fa una lunga parafrasi dell’uomo che si dica normale o no, davvero molto interessante- fino ad arrivare al fatto che uomini come Hitler, che hanno avuto la capacità di saper trascinare la gente con la loro ideologia, e con essa la volontà di potenza, facendo credere che la sua fosse l’unica ad esistere,  oltre che discutere di molti dei casi patologici che Fromm stesso ha seguito da psicoterapeuta.  Inoltre il sado- masochismo è visto non solo come aspetto mentale, ma nel corrispettivo sessuale, ebbenesì caratterizzando in questo modo l’uomo come costituito dai bisogni primari tra i quali, oltre alla sete, o la fame e il sonno, c’è anche il sesso.

-Tra i punti inoltre cruciali di tutta l’argomentazione del saggio, c’è la fondamentale relazione in cui l’uomo si pone, e la massima in cui esso si realizza:  “io penso, io sento,  io sono” . Quello che si pensa molto spesso, nonostante siamo sicuri che sia quello che davvero pensiamo, non è proprio così, perchè è dato da circostanze esterne che ci hanno portato a certe riflessioni. Ma da quello che si pensa scaturisce il sentire, e questo implica che anche le sensazioni sono fuorviate dunque non vere, fino ad arrivare a essere convinti di se stessi come un tipo di persona, ma tutto ciò potrebbe essere diverso se solo non fosse così facile essere condizionati dagli eventi esterni.

-La razionalizzazione dell’irrazionalizzazione, proprio nata dal condizionamento dell’uomo nella società in cui è presente, facendo si che quello che dell’uomo dovrebbe essere irrazionale, viene così razionalizzato che perde di veridicità, perde di autenticità che invece dovrebbe essere conservata.

– La psicologia nel suo divenire come scienza ha posto le sue scoperte al servizio di tutti, ed è per questo che i successori di Freud criticano la sua filosofia, gratificando le sue ricerche ma dando un contributo maggiore, quale quello che vede l’uomo connaturato nella società e che da essa sarà sempre legato in ogni scelta, in ogni suo modo di esprimere le sue caratteristiche, studio proprio della psiche umana.

-“La trasformazione dell’individuo in automa nella società modena ha accresciuto il senso di impotenza e di insicurezza dell’uomo medio. Perciò questi è pronto a ottomettersi a nuove autorità , che gli offrono sicurezza e liberazione dal dubbio.”

– Come è giusto che sia, il confronto dell’uomo con la storia, e la sua dinamicità ha portato a uno stato in cui esista la democrazia, prova della quale vi è una continua ricerca della libertà. Questa viene analizzata come una conquista, ma che ha all’interno i grandi problemi che costano il prezzo della libertà.

Tanti altri sono gli spunti di riflessioni non meno importanti da quelli da me citati,  infatti è spettacolare l’immensità di esempi e punti in cui l’uomo si confronta, come la storia che l’uomo stesso fa. La dinamicità dell’uomo lo rende unico e viene svelato infine il “trucco” attraverso il quale si raggiunge la libertà. E’ istintivo descrivere la conclusione, ma è allo stesso tempo interessante quanto meno lasciare chi legge con la curiosità di sapere quale è la verità attraverso la quale si scopra quale sia la libertà.

La noia di Alberto Moravia

Posted in Letteratura on March 4, 2007 by giobi21

Ho letto il libro La Noia di Alberto Moravia e l’ho terminato ieri sera leggendo quasi duecento pagine tutto d’un fiato. Di sicuro un’opera come questa non merita che elogi, quindi diventa banale dire che è un gioiello della letteratura del 900. La noia di Moravia è uno scorcio romanzesco di cui è evidente l’alienazione dell’uomo dalla vita sociale, dunque è attuale e contemporaneo il  racconto della storia dei personaggi. Il protagonista, ritratto come un uomo senza strutture, senza appoggi, proprio della filosofia nichiana, si evolve nel racconto a tratti deluso e a tratti illuso dal proprio modo di esprimere le caratteristiche di chi  fugge dalla ricchezza ostentata della sua famiglia, ma vi si rifugia nel momento del bisogno. Cosciente e incosciente della sua vita, imbocca la via dell’analisi delle sue vicende trastullandosi nella sua Noia, definita come una malattia, uno scudo per proteggersi da eventuali sofferenze derivate dalle delusioni della vita. La noia da cui dapprima cerca di fuggire, ma che dopo ricerca per non essere subordinato ai sentimenti che lo portano a soffrire, come la gelosia per la sua donna. Il protagonista è l’uomo, di cui si racconta in prima persona, e che se inizialmente è poco entusismante visto la noia di cui dice di essere malato, poi diventa soprendente poichè ne esce quasi inavvertitamente vacillando nella realtà che lo porta a cambiare, tutto quello di cui era certo diventa incerto.

La figura di Dino, il principale protagonista, analizzato e segmentato tra uomo e artista, vive la Noia e da questa cerca di allontanarsi, ma quando incontra Cecilia, e dal momento in cui capisce che lei lo tradisce diventa geloso e capisce di amarla. Cecilia viene descritta come una donna leggera che non ha problemi ma che non vuole legarsi, esattamente quello che le impone Dino di fare, di sposarsi, ma lei non vuole. Per questo lui tenta il suicidio in preda alla disperazione di non poterla avere, il cui unico scopo era tornare ad annoiarsi.

Il romanzo lascia lo spazio al  ritratto delle emozioni, infatti, dato che  nel suo scrivere Moravia non si distacca dall’essere teatrale,  sembra quasi vedere i personaggi vivere.